Un povero lupo vagava per la foresta.
Tutti i tentativi di provare a se stesso di essere un grande lupo cattivo erano stati inutili. Il povero lupo era giovane. A casa, tutto il branco attendeva il suo ritorno, con racconti di gesta crudeli; ma al povero lupo non ne era andata una dritta.
Aveva provato a divorare sette capretti ed era finito in fondo a un fiume con una pietra cucita in pancia. Quasi, ci aveva lasciato le penne, o piuttosto, il pelo.
Aveva provato a mangiarsi tre porcellini, di cui due abbastanza stupidi e prede facili, e invano soffiato contro una casa di pietra, per salire poi sul tetto ed entrare dal camino….
E bruciarsi tutto il fondoschiena, perche’, caso voleva, che il terzo porcellino stupido non fosse ed avesse acceso il fuoco.
Per non parlare di quella bambina tutta vestita di rosso.
L’aveva convinta a rivelare la posizione della casa della nonna, con la quale aveva pasteggiato allegramente; ma aveva appena sgranocchiato anche la piccola, che il cacciatore era intervenuto.
Ancora una volta il lupo era volato nel fiume, con un altra pietra nello stomaco.
Stanco e sconsolato il lupo aveva deciso di cambiare ambizione.
“Forse non sono così cattivo …
” Forse potrei fare il cane da guardia” penso’.
Così decise di abbandonare la foresta dov’era cresciuto e dove nessuno avrebbe mai creduto nelle sue buone intenzioni , per cercare più lontano qualcuno da proteggere .
Per primo, trovo’ un contadino. Quando l’anziano signore se lo vide davanti alla porta per un attimo penso’ di morire di paura.
“ Buongiorno “ disse il lupo, ma non poté continuare la frase , perché il contadino aveva già sbattuto la porta e dalla finestra socchiusa aveva cominciato a sparare.
“ Vattene via brutto lupo! E giù le zampe dalle mie galline !”
Salvate le penne ( o il pelo) un’altra volta, appena per miracolo, il lupo decise di tentare ancora.
S’imbatte’ in un pastore e subito gli chiese senza neanche salutare:
“ Signor pastore , vorrei propormi come cane da guardia per le sue pecore!”
“ e che credi che son scemo?…” Fu l’ovvia risposto dell’incredulo pastore , mentre correva a nascondersi abbandonando le pecore al loro destino.
Il lupo disperato non sapeva più che pesci pigliare.
Continuo’ a camminare. Lentamente la campagna si trasformò in città. Le colline svanirono e al loro posto apparvero palazzi e grattacieli. I sentieri diventarono strade affollate, dove il lupo trovo’ mostri piu’ grandi e più spaventosi di lui!
Autubus, macchine e moto s’inseguivano a caccia di prede innocue, ululando con versi al lupo sconosciuti.
Terrorizzato , per evitare di essere travolto da una moto, il lupo andò a sbattere contro un uomo.
“ Mi scusi tanto!” Chiese il lupo educatamente.
“Non si preoccupi… È colpa mia che non ci vedo…” Fu la risposta dell’uomo, e il lupo si accorse solo in quel momento che l’uomo era ceco.
“ Se non mi vede… Forse non si accorge che sono un lupo …” penso’ e decise di tentare di nuovo la fortuna .
“ Mi scusi non me n’ero accorto. Vuole che le faccia da guida?”
L’uomo sorrise.
“ Magari! Grazie! Se mi aiutasse a raggiungere il parco, mi farebbe un grandissimo favore”
Così il lupo guidò l’uomo fino al parco, destreggiandosi tra odori strani e sconosciuti.
Il suo fiuto era portentoso.
Anche se quasi impercettibile , trovo’ in quel concerto di puzze, la lieve traccia di un profumo familiare, che custodiva dentro se la memoria del bosco che aveva abbandonato.
Più si avvicinavano al parco più il profumo diventava forte. Era il profumo di alberi in fiore, perché anche se in città non si vedeva , era arrivata la primavera.
Finalmente l’uomo si rilassò su una panchina, all’ombra di un albero costellato da allegri fiori bianchi. Timidamente, lupo gli raccontò la sua storia; ma l’uomo sapeva già chi aveva davanti a se perché chi non vede con gli occhi spesso ci vede benissimo con il cuore.
Così gli disse:
“ Potresti farmi da guardia e proteggermi…”
E il lupo acconsenti’ felice.
In città, infatti, dove ci sono mostri molto più pericolosi dei lupi, e’ molto fortunato chi ha un lupo per amico.